L’angoscia per il corpo in ampia misura priva la donna della sua vita creativa e dell’attenzione ad altre cose.

– Donne che corrono coi lupi, C. Pinkola Estès

giui russo

Ci sono dei momenti della nostra vita in cui abbiamo bisogno di riconnetterci con il nostro corpo, iniziare o tornare ad amarlo.

Questi possono coincidere con una malattia, con un ricovero, un post ricovero o con grandi stravolgimenti fisici, come può avvenire durante il parto o il post parto.
In questi casi credo fortemente nel potere trasformativo della fotografia e nell’autoritratto come “terapia”.

Autoritrarsi è sempre legato ad un fattore psicologico: è una pratica per scoprirsi, affermarsi e (ri)amarsi.
Significa che tutte noi, anche senza conoscenze tecniche, possiamo praticare l’autoritratto: non è importante che le fotografie create siano belle, composte bene o perfette.
La potenza dell’atto del fotografare ti farà comprendere come il concetto di bellezza non stia nei tratti fisici o nella silhouette, ma nell’adesione alle nostra anima più autentica.

Se vuoi conoscere la mia esperienza con l’autoritratto, una pratica che utilizzo da quando avevo diciotto anni, puoi leggere qui.

fotografia intimistica

CONSIGLI DI AUTORITRATTO PER AMARE IL TUO CORPO

Prima di iniziare ad immergerti nella pratica dell’autoritratto ti consiglio di rispondere a queste due domande:
– quale parte del mio corpo mi piacerebbe indagare con l’autoritratto?
– quali emozioni sono legate alla mia voglia di esplorare questa parte di me?

Quando ti sono ben chiare le risposte alle domande precedenti, cerca su giornali, internet, o dove preferisci, fotografie che ritraggono corpi più simili al tuo.
Chiediti cosa ti colpisce di quelle foto, ma soprattutto presta attenzione a quelle che su di te ti sembrano imperfezioni e prova invece a notare come nei corpi degli altri diventino aspetti di bellezza.

Una fotografa che mi piace molto e che penso possa esserti d’aiuto in questo esercizio è Mari Katayama.
Lei ha saputo trasformare la sua rarissima malattia genetica in un’opera d’arte. Negli scatti che realizza non nasconde i suoi arti particolari, ma crea composizioni quasi surreali che li esaltano, rendendo il suo corpo una figura al limite del fantastico.
Uno dei modi che utilizza per ottenere questo effetto è adornare con mazzi di fiori o altri espedienti creativi la curiosa silhouette di mani e gambe.

Ti consiglio di studiare le sue foto non per copiarle, ma per ispirarti e rubare come un’artista, come ti spiego qui .

Quando hai capito il tipo di effetto creativo che vuoi ottenere e su quale parte del corpo vuoi lavorare, puoi iniziare a scattare, scattare, scattare, scattare… perché non voglio mentirti: non basta seguire le tecniche di autoritratto che ti insegnerò ed i miei consigli, perché questa rimane una pratica.
E come tutte le pratiche, va praticata XD non un giorno o una settimana. Ma in modo costante.

Ma eccoti qualche consiglio per iniziare:

• se sei ai tuoi primissimi autoritratti e ti senti bloccata, non guardare in camera. Questo è un ottimo modo per creare un momento di connessione solo con te stessa e stare in ascolto del tuo corpo

• come dico io “fatti a pezzi”: l’autoritratto è una fotografia che rappresenta noi stessi, in cui può essere inserito il proprio volto, il proprio corpo o anche solo una porzione di esso. Se ti senti in soggezione, puoi iniziare fotografandoti a pezzi e non a figura intera

• oppure, al contrario, puoi provare a fotografare subito quella parte del tuo corpo che ami di meno: potrebbe essere un’ottima mossa per uscire dalla tua comfort zone e in stile “doccia fredda”

• utilizza il movimento e fotografati mossa, in modo che le forme del tuo corpo risultino più indefinite

• fotografati di spalle: questo, oltre ad essere un modo per creare un effetto alquanto surreale, che a me piace molto, ti permette di non essere in soggezione davanti alla fotocamera

• deformati consapevolmente utilizzando oggetti di uso comune, come una bottiglia di vetro, o qualsiasi superficie che riproduca una frammentazione, come uno specchio rotto. Creando altri livelli del tuo corpo, potrai accedere ad una diversa percezione di te stessa.

Il corpo è un essere multilingue. Parla con il suo colore e la sua temperatura, l’ebbrezza del riconoscimento, lo splendore dell’amore, le ceneri del dolore, il calore dell’eccitazione, la freddezza della mancanza di convinzione. Parla con la sua lieve danza, talvolta oscillando, talvolta agitandosi nervosamente, talvolta tremando. Parla con il battito accelerato del cuore, con il crollo dello spirito e la ripresa della speranza. Il corpo ricorda, le ossa e le giunture ricordano, persino il mignolo ricorda. La memoria alberga con immagini e sensazioni nelle cellule. Come una spugna inzuppata d’acqua, ovunque la carne sia premuta o appena sfiorata, un ricordo può sgorgare e scorrere. Confinare la bellezza e il valore del corpo a null’altro che a questa magnificenza significa costringere il corpo a viver senza il suo giusto spirito, la sua giusta forma, il suo diritto all’esulanza.

Clarissa Pinkòla Estès

EVOCARE E LAVORARE CON GAIA

La Dea Gaia è l’archetipo perfetto con cui lavorare sei hai bisogno di connetterti con il femminile dentro di te. Ma non quello stereotipato che ti sospinge nel modellare il tuo corpo al “canone di maggioranza”.
Perché onorare Gaia significa lavorare sulla personale divinità dentro di noi.

Per questo ti invito a venire a trovarmi nella mia community mensile GODDESS REVOLUTION.
Questo mese lavoreremo con Gaia: nella community troverai la spiegazione del suo archetipo e vedrai come utilizzare il potere di questa Dea per imparare ad amare il tuo corpo, attraverso esercizi esclusivi di fotografia sciamanica, meditazioni e rituali quotidiani.