Afrodite, Ἀφροδίτη, dea della bellezza, dell’amore, della generazione e della primavera, associata dai Romani al pianeta Venere. Era venerata (eh, appunto) dai naviganti come colei che rende il mare tranquillo e la navigazione sicura. Le sono sacre le rose e i fiori che fioriscono in primavera, stagione dell’amore ed a lei dedicata. Afrodite è una dea troppo spesso incompresa, ma meravigliosa, che incarna la forza che spinge ogni essere vivente verso l’altro per immenso e puro desiderio.
AFRODITE: IL MITO
Due tradizioni differenti ci sono state tramandate per quel che riguarda la nascita della dea Afrodite. Omero racconta che fosse figlia di Zeus e Dione, Esiodo invece che la dea nacque dalla spuma bianca, creata dal membro mutilato di Urano quando cadde in mare, dopo che fu castrato dal figlio Crono.
Nella figura della dea Afrodite, rieccheggiano divinità femminili più potenti ed antiche, di matrice orientale e pre patriarcali, come la dea Inanna e Astarte. Questo lo si può notare da molte sfumature di carattere della dea e dal mito della storia d’amore tra lei ed Adone, che ricalca in parte quello di Inanna e Tammuz.
Oltre ad essere dea dell’amore era sposa di Efesto e amante di Ares, il dio della guerra, con il cui concepì Eros, Anteros, Deimos, Fobos e Armonia.
Nel mito di Adone, Afrodite raccolse il fanciullo partorito da Smirne trasformata, per sfuggire all’ira del padre, in un albero di Mirra.
La dea colpita per la bellezza del bimbo decise di prendersene cura, affidandolo a Persefone, che si innamorò anch’essa di Adone e una volta che il bimbo fu cresciuto, si rifiutò di restituirlo ad Afrodite.
Il litigio intenso tra le dee non trovava una risoluzione, così Zeus intervenì e decise che il giovane sarebbe dovuto rimanere un terzo dell’anno con Persefone, un terzo con Afrodite e un terzo dove desiderava.
Gli animali favoriti dalla dea dell’amore erano le colombe (quelle che ancora oggi, in certe regioni qui in Italia, si usa liberare all’uscita degli sposi dalla chiesa), che trainavano il suo carro, ma anche il delfino, che richiama il mare, luogo di nascita secondo il mito di Esiodo e tra le piante gli arbusti come la rosa, il mirto e gli alberi di cipresso, così come il frutto della mela.
AFRODITE: L’ARCHETIPO
Afrodite rappresenta il potere dell’energia sessuale, quando è sorretta dall’amore per se stessi, riflesso negli occhi dell’altro.
Questa dea è chiamata dalla Bolen nel suo libro “Le dee dentro la donna”, la dea Alchemica, perché è in effetti una dea sui generis, che ha alcune caratteristiche delle dee Vergini ed altre delle dee vulnerabili.
Come Artemide, Atena, Estia non ha bisogno di qualcun altro per esistere, è costantemente concentrata su ciò che sente, soprattutto sui suoi desideri ed obiettivi, riuscendo però invece che a conquistare in modo “yang”, ad attrarre in modo molto “ying” sempre ciò che desidera.
Al contrario di queste dee, come le dee vulnerabili Era, Demetra, Persefone, ama entrare in relazione con l’altro, trova in questo rapporto un nuovo modo di esistere e costruire una relazione.
Sa dà amore, ascoltare, comprendere chi ama, però non vive solo in relazione all’altro, non esaurisce la propria identità nel corrispondere ad un legame, come quest’ultime. Afrodite cerca sempre di ottenere ciò che lei è consapevole di volere.
È la dea alchemica, perché lei presenta la terza via.
Quella che invece che separare, unisce e permette la vera creazione, crescita personale e comunione con l’altro, così come con il mondo intero.