*l’incipit di questo post è liberamente ispirato da “Se una notte di inverno un viaggiatore” di Italo Calvino, la cui anima spero possa perdonarmi un giorno.

Credi nelle parole magiche? Sai come utilizzarle?
Beh, di sicuro se hai ricevuto la mia newsletter [ehi, non ti sei ancora iscritt* ?! MALE, ma puoi rimediare qui], sai già qual è il tema di questo post: la parola dell’anno.
Una pratica che utilizzo da ancora prima dei 101 desideri, consiste nel trovare una parola che faccia da guida ad ogni nostro progetto per l’anno nuovo. Vi sono vari metodi per trovarla e qui vi rimando al post di Erika, Pretty in Mad, che si è inventata anche le W.O.T.Y. POUCH, pochette personalizzate con ricamata la vostra parola dell’anno per averla sempre davanti come monito.
A me è sempre arrivata come un fulmine a ciel sereno, senza cercarla, mi si palesa in testa ed esclamo: è lei!
In questi anni ho imparato una cosa, più le parole sono semplici, immediate e dirette e più funzionano. Quindi se posso darti un consiglio, non aver paura di esser banale, sii utile a te stesso.
FAI DELL'ORDINARIO UNA POESIA
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Così, ecco la mia semplicissima, ma potentissima parola dell’anno:
CRE – AZIONE
Ora ti spiego il trattino.
Sono una di quelle persone che è bravissima a pensare. Potrei far congetture per ore e non mi stancherei mai di disquisire e filosofeggiare su qualsiasi cosa, ma quando si tratta di agire sono spesso collega di Fabio Massimo il Temporeggiatore, così blocco spesso i miei flussi creativi, insomma questo significa: tante idee, pochi risultati.
Un altro strumento che utilizzo è la ruota dell’anno, una stesura di tarocchi di 13 carte, in cui una sta per l’andamento generale dell’annata e le altre 12 una per mese. Ho iniziato ad utilizzarla applicata al mio business dopo il BBclub di Gioia Gottini e devo dire che mi trovo molto bene, anzi, da allora pianificare che era il mio tallone di Achille, è diventato un piacere.
Le carte con cui per ora mi trovo meglio a realizzare la ruota per il mio business sono le creative card Intùiti.
La carta “mantra” che ho estratto quest’anno fondamentalmente diceva:
prova a sbagliare
Così, l’illuminazione:
Fondamentalmente il motivo per cui mi blocco tra il dire ed il fare è la paura di sbagliare.
Nella mia testa ho un’idea così alta del risultato finale, che ogni sua messa in pratica, anche al massimo delle mie possibilità, non mi soddisfa lontanamente.
Ecco quindi quel senso di frustrazione che mi perseguita, mi fa temporeggiare e procrastinare ad libitum impedendomi di concretizzare la maggior parte delle idee che ho in mente.
Bene, sembrerà cosa da nulla, ma ti posso assicurare che per me è una vera e propria rivoluzione, quest’anno ho deciso di creare ed agire, per il puro gusto di farlo, senza giudicare il risultato.
Potrei creare delle cose brutte, delle cose che non sono lontanamente vicine a quello che avevo in mente, farò una cosa estremamente difficile per me: proverò a sbagliare, ma mi toglierò a soddisfazione di aver agito.
Come metterò in pratica la parola e la ruota dell’anno nella quotidianità?
Beh, diciamo che non ho perso tempo e lo sto già facendo.
Mi sono buttata nella compilazione del Bullet Journal, il metodo inventato da Ryder Carrol, che consiste nella creazione a mano di un’agenda flessibile e super personalizzata. A mano. Era una vita che non disegnavo e non scrivevo a mano e devo dire che ha risvegliato in me una gioia tutta nuova. Come “da copione”, la mia versione di BuJo non è esteticamente all’altezza delle aspettative, ma preferisco vederla come un coraggiosissimo ed orgoglioso tentativo. Inoltre è stata la scusa per svaligiare la sezione cartoleria di Flying Tiger.
Poi, quando quei “geni del male” di We are Knitters mi hanno scritto per chiedermi se volevo provare uno dei loro kit, l’ho preso come un segno del destino [psst: la mia carta del mese di Gennaio diceva “non avere fretta, abbi fede nell’universo”], considerato che uno dei miei 101 desideri è proprio: io voglio tornare a ricamare ed a fare la maglia [che se non lo sapete è il nuovo punk].
Il 2019 è all’insegna delle mani che si muovono [qui mi immagino un’ahola di incoraggiamento] supportate dall’universo.
Aggiungiamoci che, finalmente, sto tornando a scrivere sul blog con regolarità.
Si, incredibile ho programmato tutti i titoli dei post fino ad Agosto ed imbastito quelli delle prossime settimane.
Non solo, ho ripreso in mano “La via dell’artista”, che avevo abbandonato e nonostante sia più faticoso persino di quanto ricordassi, lo sto portando avanti.
Inoltre sto fotografando per me.
Per me e basta. Sto scattando per quei progetti personali che da troppo tempo stavano chiusi a chiave in un cassetto, a ricordarmi che per me quest’arte del catturare la luce prima di essere un lavoro è: esprimere il caos che ho dentro, sotto forma di poesia. O almeno di tentativi poetici e voli da tacchino.
Infine [e per fortuna, perché avevo finito gli avverbi per introdurre nuove frasi] ho messo le basi per il progetto più ambizioso, più stupefacente, più mirabolante, più supercalifragilistichespiralidoso che io abbia mai osato pensare. Si chiamerà “fai dell’ordinario una poesia” e l’ho anticipato su instagram, quando era solo un’idea, immagina la mia fatica di non spifferare nulla in questo momento, dove ho scelto ed incaricato meravigliose persone che vi stanno lavorando insieme a me.
Bene, direi che ho finito ed ora ti chiedo:
Cosa ne pensi di questi spunti?
Hai altri riti per l’inizio dell’anno?
Infine, un favore:
Quando tra circa sei mesi, mi auguro di no, ma potrebbe essere, sarò a secco di energia e preoccupata perché mi sento persa e senza una via da seguire, inviami il link a questo post.
Grazie,
un abbraccio e buone parole magiche!
Giui