L’autoritratto può essere una forma di meditazione, lo sai?
Anzi, per come lo intendo io, l’autoritratto sciamanico, è esattamente una forma di meditazione.
Esistono svariati modi per meditare.
La meditazione Vipassana è la prima con cui ho iniziato, poi ho provato la mindfulness, facendo anche un corso per diventare insegnante.
Esiste la meditazione taoista, trascendentale e di altre tantissime culture, che non sono riuscita ancora a sperimentare.
Oggi puoi trovare anche la meditazione camminata, il “mindful eating” e tantissime altre pratiche che possono avvicinarti al concetto di meditazione.
Cosa significa quindi meditare?
Forse il significato di questa pratica è diverso per ognuno. Ogni tradizione e tecnica differisce leggermente.
Io voglio raccontarti che cosa meditare significa per me e in che senso l’autoritratto sciamanico è per me una forma di meditazione.
Per me meditare, al primo stadio, significa essere consapevolmente presenti nel qui ed ora, avendo accesso così ad una realtà non ordinaria.
Una volta che si accesso a questa sensazione, a questa consapevolezza, lo stato di meditazione per me diventa così profondo, da portarmi alla vera e propria comunione con il divino.
E quella è la sensazione più impagabile di tutte, per me.
Una sensazione concreta di fare parte del tutto, di amare totalmente ed essere totalmente amata.

Come si possono provare i benefici della meditazione grazie alla fotografia?

Addirittura con l’autoritratto?
Per me, sì.
È esattamente ciò che insegno nei miei percorsi sull’autoritratto online e dal vivo.
Ovviamente, non ti dirò che è facile, non ti dirò che basta seguire le tecniche che ti insegnerò ed i miei consigli, per fare tutto ciò.
Mentirei.
In realtà, nonostante abbia formulato delle metodologie per accedere più velocemente a questo stato, rimane una pratica.
E come tutte le pratiche, va praticata.
Non puoi credere di impiegare un giorno, o due.
Ci vuole costanza. Un giorno, probabilmente quando meno te lo aspetti, sentirai come “un click” e quasi senza accorgertene entrerai in quello stato.
Ecco che cos’è per me l’autoritratto sciamanico.

Come è possibile tutto ciò?

Forse ti chiederai, a livello scientifico, come ciò può essere possibile, come l’autoritratto può davvero farti provare ciò che ti fa provare la meditazione.
Per autor-itrarti occorre tornare a vedere la propria immagine come “altra”.
Per auto-ritrarti devi operare una disintificazione rispetto all’immagine che vedi riflessa nello specchio, quando ti guardi.
La pratica dell’autoritratto richiede quella che Stefano Ferrari chiama acrobazia psichica: per potersi rappresentare, il soggetto deve tornare a vedersi come oggetto e dunque operare un processo di disidentificazione.
Questo è esattamente ciò che avviene nella meditazione, per come vedo io la meditazione: distaccarsi dal proprio Ego
Come nel processo tecnico dell’autoritratto la nostra immagine allo specchio torna a diventare quella di un altro, così nella meditazione noi riusciamo a guardare noi stessi “dal di fuori”, come se fossimo altri, raggiungendo un alto stato di oggettività.
Come nella scrittura autobiografica, abbiamo un “IO attivo” che guarda e osserva e un “IO passivo” che viene osservato e studiato, così avviene nella meditazione e nella pratica dell’autoritratto.