Vi sono esseri umani “impenetrabili”.
Ammetto che questi sono gli esseri umani che ho sempre preferito, di alcuni dei quali mi sono anche perdutamente innamorata.
Il segreto che ora qui ti svelo è che è autodistruttivo innamorarsi di un impenetrabile.
Corri il rischio di bussare cent’anni ancora alla sua porta, che per te non si aprirà mai. Sono parole d’amore che rimbalzano su un muro di egocentrismo.
Tentativi vani di ricamare la parola “insieme”, poiché l’impenetrabile vive in un mondo autistico, nel senso più stretto all’etimologia “autos”, chiuso in se stesso. Non vi è cosa più inutile che aspettare dietro ad una porta che non si aprirà mai.
Poi vi sono gli esseri “spalancati”.
La loro porta è sempre aperta, per tutti. Ogni porta lasciata aperta è un invito ad entrare. Ti lasciano camminare in ogni angolo del loro essere, frugare in ogni interstizio dell’anima. Non vi è cassetto che non sia lasciato aperto. È un gran via vai di gente che entra ed esce, di una massa indistinta che occupa lo spazio, come a colmare un’atavica mancanza d’amore.
Non sono mai stata attratta da “esseri spalancati”, perché se una porta è aperta per tutti, non è aperta per nessuno, ma solo per se stessa, per colmare una stanza vuota, che da sola non sa riempire.
O forse è un essere che non comprendo, così come comprendo troppo quello “chiuso”.
L’essere umano che preferisco è l’essere“socchiuso”.
L’essere socchiuso è colui da cui esce uno spiraglio di luce, non abbastanza forte, non troppo sottile, per far comprendere il segreto che vi si nasconde all’interno.
È l’essere alla cui porta ti trovi a bussare quasi con un po’ di timore.
A volte devi anche insistere.
Bussare ancora.
Avere più pazienza.
Chissà là dentro cosa sta succedendo.
Potrebbe esservi un silenzio così assordante da non riuscire a sentire il battito sul portone.
Oppure potrebbe aprirsi all’improvviso, dopo che hai sfiorato l’uscio quasi per sbaglio.
Potresti essere invitato ad entrare calorosamente tanto quanto inaspettatamente.
Sappi, che è una porta che si apre solo per pochi e che rifiutare l’invito significa un esilio, che può essere espiato solo con un grande sacrificio di fiducia.
L’essere socchiuso non fa rumore, richiede attenzione ed è quasi invisibile, ma una volta che l’hai notato non puoi fare a meno di essere ossessionato da quel delicato ed introverso raggio di calore intermittente.